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giovedì 31 dicembre 2009

Buon 2010

Felice anno nuovo!


Dilatuaopinione.blogspot.com vi ringrazia per il tempo dedicato sul nostro sito e vi auguriamo un felice anno nuovo pieno di gioia e felicità!

Vi ricordiamo che le pubblicazioni riprenderanno tra pochissimi giorni, intanto:


Auguri!

giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale

Dilatuaopinione.blogspot.com vi porge i migliori auguri per un felice e sereno natale.


Con l'occasione ricordiamo ai nostri lettori che le pubblicazioni si interromperanno nel periodo natalizio e riprenderanno tra pochi giorni!

Grazie a tutti per il tempo dedicato sul nostro blog,
tanti auguri di Buon Natale

lunedì 21 dicembre 2009

Allenatori: chi viene, chi va...e chi: " Che ne sarà?"

Il trionfo dell'esonero: cambiare fa bene




Questo articolo è apparso sulla Repubblica.it scritto da MASSIMO NORRITO.

Per una volta hanno avuto ragione loro. Hanno avuto ragione i presidenti che hanno cambiato allenatore. Quelli che l'hanno fatto per confermare la loro fama di mangia tecnici. Quelli che l'hanno fatto per dare la classifica scossa alla squadra. Quelli che non potevano fare altrimenti. Sì, perché mai come questa volta chi ha cambiato guida tecnica ci ha visto giusto e i risultati di domenica sono una fotografia esatta di questo trend.

La Roma, passata da Spalletti a Ranieri, ha battuto il Parma. Il Napoli, che ha sostituito Donadoni con Mazzarri, ha superato il Chievo. Il Palermo, passato da Zenga a Rossi, ha sconfitto il Siena. Il Livorno, che dopo Ruotolo ha affidato la panchina a Cosmi, ha battuto la Sampdoria. Il Catania, che da Atzori è passato a Mihajlovic, ha vinto a Torino scatenando la bufera sulla Juventus.

I numeri, non solo quelli della domenica appena trascorsa, dicono che tutti quelli che hanno cambiato hanno fatto bene. Claudio Ranieri è arrivato sulla panchina della Roma non per un esonero, ma per le dimissioni del suo collega Luciano Spalletti che oggi guida lo Zenit. Fatto sta che, dopo un primissimo rodaggio, i giallorossi hanno iniziato a fare risultati su risultati. Uno score che ha portato la Roma ad agganciare la zona Champions. In particolare, prendendo in considerazione le ultime sette partite, la Roma ha collezionato cinque vittorie e due pareggi. Nessuno ha fatto meglio in questo lasso di tempo.

Stessa cosa si potrebbe dire del Napoli di Mazzarri. Il tecnico toscano, che ha preso il posto dell'esonerato Donadoni, battendo il Chievo ha centrato il suo decimo risultato utile consecutivo. Dai sette punti nelle sette domeniche di gestione Donadoni, i partenopei sono passati ai venti delle dieci giornate di Mazzarri.

Ha voltato pagina anche il Palermo di Delio Rossi. Zamparini, uno che di allenatori ne ha esonerati ventotto, questa volta ha avuto ragione. Rossi, che ha preso il posto di Zenga, ha ottenuto la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia e ha vinto tre partite di fila in campionato andando ad espugnare anche San Siro contro il Milan. Risultati che hanno fatto risalire la squadra in classifica sino a riportarla nella zona che vale l'Europa League. Ieri il Palermo ha battuto il Siena, un'altra squadra al quale il cambio di allenatore ha fatto bene. Prima della sconfitta del "Barbera", infatti, il Siena affidato a Malesani aveva centrato due vittorie di fila.

Due successi consecutivi ha al suo attivo anche il Livorno di Serse Cosmi che, dopo aver battuto in trasferta il Catania, ha superato in casa la Sampdoria. In nove gare giocate Cosmi, che ha preso il posto dell'esonerata coppia Russo-Ruotolo, ha centrato cinque vittorie e quattro sconfitte. Risultati che hanno consentito di rimpinguare la classifica che era deficitaria.

Ma l'Oscar della domanica va sicuramente a Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo, che ha sostituito sulla panchina del Catania Atzori, dopo il flop iniziale con il Livrono ha centrato il bersaglio grosso vincendo a Torino contro la Juventus. Mihajlovic l'anno scorso era sulla panchina del Bologna, un'altra squadra che ha cambiato allenatore sostituendo Papadopulo con Colomba. Sabato, nella partita rinviata per la neve, il Bologna avrebbe dovuto affrontare l'Atalanta passata da Gregucci a Conte. Mihajlovic si è preso la sua rivincita e ha battuto la Juventus. Che sia un risultato che farà saltare l'ennesima panchina in serie A?

sabato 19 dicembre 2009

Fare la linguaccia è reato

Cassazione: diritto a un risarcimento

Fare la linguaccia per sbeffeggiare qualcuno è un reato. Lo dice la Cassazione, che ha confermato la condanna al risarcimento dei danni nei confronti di un agricoltore marchigiano. Questi, entrato nel campo del vicino, con cui spesso litigava, gli aveva per l'appunto mostrato la lingua. Il giudice di pace di Fabriano, in provincia di Ancona, aveva dato ragione all'uomo così ingiuriato. E la Cassazione ha confermato.
L'uomo che era stato così "ingiuriato" aveva prontamente fotografato il vicino che gli mostrava la lingua e con quell'immagine era andato a fare denuncia davanti al giudice di pace del paese dove abita. L'immagine dello spernacchio aveva sortito l'effetto voluto da chi aveva presentato la denuncia.

L'altro, Carlo O., il contadino che si era lasciato andare al gesto, si era difeso sostenendo, in Cassazione, che il suo gesto era soltanto una smorfia, senza valore di offesa.

Ma la Cassazione non ha voluto sentir ragione e, con la sentenza 48306, gli ha dato torto convalidando la decisione emessa, il 13 febbraio 2008, dal giudice di pace. Adesso Carlo O. dovrà risarcire il vicino per avergli mostrato la lingua.

I danni saranno quantificati in una causa civile. Intanto l'imputato ha dovuto incassare la condanna penale per il reato di ingiuria, la cui entità non è però riportata in sentenza. Per il momento Carlo O. deve rifondere con 1.300 euro le spese legali sostenute dalla vittima della sua linguaccia per i vari gradi di giudizio.

Questa è una delle ultime pronunce della Cassazione. Suprema corte civile dell'ordinamento giuridico italiano.
Di cosa si discute stavolta?Di linguacce....Ebbene si...c'è qualcuno che è ricorso al giudizio dell'alta corte per denunciare una grave ingiuria...una linguaccia!!!
Ora mi chiedo...c'è da dolersi di più del fatto che i soldi dei contribuenti vengano spese per dar corso e voce a simili beghe e a tali pretese?
Oppure del fatto che la litigiosità della gente per inezie di tal genere oggi come oggi arrivi spesso al punto di percorrere "in toto" le vie giudiziarie fini all'ultimo appello intasando giudici e tribunali gia intasatissimi e lentissimi di loro?
Oppure, ancora, del fatto che i giudici abbiano condannato il cittadino "ingiurioso" al risarcimento delle spese legali sostenute dal ricorrente(che avrebbe potuto risparmiarsele evitando di ricorrere contro una linguaccia) per l'"ingiuria" arrecata(ricordiamoci e sottolineiamo che stiamo parlando di una "linguaccia")e lo hanno anche ritenuto penalmente colpevole del reato di ingiuria....
Tutto ciò mi sembra per lo meno un "tantino eccessivo"...considerando che, la stessa corte che oggi ha derubricato come reato di ingiuria una linguaccia, in passato si era pronunciata a favore di un imputato accusato del reato di violenza sessuale su una donna, sostenendo la non attuabilità della violenza per il fatto che la donna indossasse all'epoca del fatto dei bluejeans...
Mha!!!!Oscure verità del nostro sistema giudiziario!!!!
Cari concittadini che ne dite se ci dessimo tutti una calmata?
La prossima volta sentiremo di un ricorso contro un piccione che ci ha colpevolmente defecato sulla testa?


Kate83

venerdì 18 dicembre 2009

Stasi assolto

Alberto Stasi assolto, riconosciuto non colpevole per prove insufficienti.

Alberto Stasi è stato assolto. Dopo oltre 5 ore di Camera di consiglio il gup di Vigevano Stefano Vitelli ha dunque ritenuto che il ragazzo non è colpevole della morte di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. La sentenza di assoluzione è stata emessa, al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, in base all'articolo 530, secondo comma, del codice di procedura penale: stabilisce che deve essere pronunciata sentenza di assoluzione «quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova». Il gup depositerà le motivazioni della sentenza entro 90 giorni. I pm Muscio e Michelucci avevano chiesto la condanna a trent'anni di reclusione.

Mi sento vicino alla famiglia della povera Chiara e vicino alle parole della madre: "Giustizia non è fatta. Accetto la sentenza, ma è chiaro che continueremo a cercare la verità". Insieme al pm, ha annunciato che ricorrerà in appello.

Ripercorriamo quelle che sono le incertezze su questo caso che ha sconvolto l'estate di due anni fa.

La consulenza sul computer. Per l'imputato, l'unico in questi due anni di indagini, l'accusa aveva chiesto 30 anni di carcere, ma la superperizia informatica sul computer di Alberto è stata decisiva. Una consulenza superpartes chiesta dal gup di Vigevano Stefano Vitelli e depositata il 13 agosto 2009, "esattamente due anni dopo il delitto, come se esistesse un destino", come ha osservato Angelo Giarda, uno dei legali di Stasi.

"Lavorava al pc". E' stata quella perizia a restituire a Stasi l'alibi cancellato dagli accessi al suo computer portatile fatti dai carabinieri dopo il sequestro. Gli esperti hanno stabilito che nelle ore in cui veniva assassinata Chiara, dalle 9.35 alle 12.20, Stasi ha lavorato alla sua tesi di laurea, salvando continuamente il file. Segno che non è stato lui ad aggredire la sua fidanzata con un'arma che non è mai stata trovata.

Crolla la prova delle scarpe. Anche la prova delle scarpe è crollata. Le suole delle calzature indossate quel giorno da Alberto erano pulite. "Impossibile", sosteneva l'accusa. "Se Alberto è entrato in casa, come ha detto, non può non essersi sporcato. E' lui che si è lavato per cancellare la prova". Ma la nuova perizia ordinata dal gup ha dimostrato che le suole si sono pulite semplicemente camminando sull'erba bagnata del giardino di Chiara.

Le versioni dell'accusa. E' stata smontata anche la prova della macchia lasciata sul pedale della bicicletta di Alberto. Sembrava sangue di Chiara ma i periti hanno detto che non è certo. Come l'impronta di Stasi mischiata a tracce del Dna di Chiara sul portasapone nel bagno della ragazza. "Non è una prova scientifica: Alberto era di casa nella famiglia Poggi".

La vittima conosceva l'aguzzino. A favore dell'accusa restavano la debolezza delle ipotesi alternative: il tentativo di furto o la rapina, perché nulla è stato portato via; la porta mai forzata, a dimostrazione che la vittima conosceva l'assassino, e la presenza nella villetta di Garlasco di tracce solo dei due fidanzati.

La telefonata la 118. E le incongruenze del giovane nel racconto sulla telefonata al 118 non sono sufficienti. Anche se la telefonata è partita quando il ragazzo era davanti alla caserma dei carabinieri e non vicino alla villa della ragazza, come ha raccontato lui. Anche se Stasi chiama la fidanzata "una persona che è stata uccisa" e ne parla con un apparente distacco che poco si coniuga con il terrore con cui ricorda di essere fuggito dopo averla vista con la testa insanguinata. Restano solo indizi, insufficienti per chiudere in carcere chiunque. La sentenza del gup assolve quindi Alberto e riapre la caccia all'assassino di Chiara Poggi.

Per correttezza, non sto colpevolizzando Alberto Stasi, da oggi ufficialmente "innocente", ma punto il dito sugli errori delle indagini come ad esempio sequestrare le sue scarpe circa 30 ore dopo l'accaduto.

Ecco il parere di un esperto:



Il dubbio resta, e soprattutto:
Voi innocenti nella sua situazione, davanti al vostro fidanzato, fidanzata, marito o moglie che sia, per terra avvolto e ricoperto da sangue vi sareste disperati e avreste cercato aiuto, avreste chiamato un ambulanza cercando di capire se c'era la speranza di evitare il peggio oppure sareste scappati dai Carabinieri, chiamando il 112, e dicendo: "Sto andando dai carabinieri, racconto quello che è successo".

I dubbi restano, la vita no.
Una volta tolta non viene ridata indietro.

Ciao Chiara.


La telefonata di Alberto Stasi subito dopo l'accaduto, la potete ascoltare cliccando sul link: Ascolta la telefonata.

giovedì 17 dicembre 2009

Pacco bomba bocconi

I pacchi bomba ritrovati al Cie di Gradisca d'Isonzo e all'Università Bocconi erano accompagnati dalla stessa rivendicazione: arriva da un gruppo di ispirazione anarchica, il "Nucleo Mauricio Morales", che si riconosce nella Federazione anarchica informale. Ecco il testo inviato alla redazione di Libero

Qualcosa di gravissimo sta succedendo al nostro paese.
Dove arriveremo?
Che strada stanno percorrendo queste persone?
Qual'è il loro obiettivo?

mercoledì 16 dicembre 2009

Libri, Musica e Spettacoli

Rihanna si spoglia per vendere più album.

Le vendite del nuovo album “Rated R” vanno male? In America è al 16esimo posto nella classifica Billboard dopo sole due settimane, Rihanna ha tirato fuori le unghie e si è spogliata. Eccola sul numero di gennaio di GQ immortalata dagli scatti di Michael Thompson. Ma non è tutto. Se non vi basta potrete ammirarla con il seno in bella vista nel nuovo video “Hard”, il terzo singolo. Cosa non si fa per scalare le classifiche di vendita. L’intervista per Gq è stata contrassegnata da un notevole ritardo, Rihanna è famosa per far attendere i giornalisti, ma si è aperta per quanto riguarda la sua tormentata love story con l’ex fidanzato Chris Brown, famoso per averla picchiata: “Non credo che rimarremo amici dopo quello che è accaduto, forse tra dieci anni penso… Ma di certo la mia vita non si basa sulla possibilità che torniamo amici o meno”. E sull’impatto dei mass media nelle loro carriere per quello che è accaduto sentenzia: “Nel mondo ci sono persone che ti amano, ti odiano e ti giudicano per quello che hai fatto. Ma c’è anche una larga fetta di gente che non è assolutamente interessata a niente di quello che ti è successo”.

La vignetta di Vauro

Fini "bacchetta" la sua maggioranza

Siamo alle solite.
Dopo l'ennesima fiducia chiesta da questo governo il Presidente della camera "sbotta" e bacchetta la sua maggioranza.
Ecco il video:



Ed ecco l'articolo riportato dalla repubblica.it:

Il governo ha posto la questione di fiducia sulla Finanziaria. Ed è di nuovi scontro tra Fini e l'esecutivo. Ad annunciare la decisione in aula è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito. La fiducia, ha spiegato, "è sull'articolo 2 del testo approvato in commissione". In precedenza i deputati avevano approvato l'articolo 1.

A stretto giro arriva il duro commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini: "La decisione di porre la fiducia sulla legge Finanziaria è legittima", ma "deprecabile perché di fatto impedisce all'Aula di esaminare gli emendamenti". Fini ha ricordato di aver prolungato i termini per consentire un dibattito approfondito e dare alla commissione il tempo di approvare un testo per l'Aula, aggiungendo che "non vi era stato da parte dell'opposizione nessun atteggiamento ostruzionistico".

Spiegando che gli emendamenti da votare oggi erano in tutto 64, di cui 55 dell'opposizione, Fini ha aggiunto gli interventi contingentati avrebbero consentito di approvare la legge, anche senza fiducia, nei tempi previsti e compatibili con l'esame del Senato.

''La scelta di porre la questione di fiducia - ha detto ancora Fini- è costituzionalmente legittima e rientra nelle prerogative dell'esecutivo"; non può, però, ha aggiunto Fini, che "essere considerata come una decisione attinente esclusivamente a ragioni di carattere politico, rientranti non già nel rapporto tra governo e opposizioni ma unicamente all'interno del rapporto tra la maggioranza e il governo ed è la ragione per la quale la Presidenza della Camera considera deprecabile la decisione" del governo "perché di fatto impedisce all'aula di pronunciarsi sugli emendamenti''.

Le sue parole sono state accolte da molti applausi, non solo dai banchi dell'opposizione e i relatori di Pdl e Lega hanno rinunciato a intervenire. Le critiche a Fini sono arrivate a seduta sospesa e dai banchi della maggioranza. Il ministro Roberto Calderoli: "Dalla
presidenza della Camera ci si attende l'applicazione dei regolamenti, non certo valutazioni sul fatto se sia deprecabile o meno una richiesta di fiducia, la cui valutazione di merito spetta all'esecutivo". E poi Sandro Bondi, ministro e coordindatore nazionale del Pdl:"La decisione e la valutazione espressa" da Fini "sono destinate a non aiutare l'apertura di un clima politico nuovo di cui l'Italia ha bisogno, anzi rischiano di rinfocolare immediatamente le polemiche".

Inseguito arriverà anche una nota del capogruppo Pdl Cicchitto e di quello leghista Cota, che a Fini dicono che "la questione di fiducia è sempre stata una decisione politica e come tale appartiene alla competenza e alle valutazioni del governo e della maggioranza". "Il confronto di merito - continuano Cicchitto e Cota - è avvenuto in Commissione, con un iter intenso e proficuo. La scelta della fiducia è un segnale politico di conferma della forte condivisione da parte del governo e della maggioranza sul merito del testo licenziato dalla Commissione Bilancio". Una nota che il ministro Tremonti dice di condividere "pienamente".

martedì 15 dicembre 2009

Cosa vorresti fare da gande?

A dir poco sconcertante..
Ecco il mondo dove viviamo. 3 minuti di video in un, per me triste, racconto della realtà in cui viviamo.

lunedì 14 dicembre 2009

Corona condannato


I giudici della quinta sezione penale del tribunale di Milano hanno condannato Fabrizio Corona alla pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione ritenendolo responsabile di quattro episodi di estorsione o tentata estorisione, e lo hanno assolto per altri tre.

Secondo il collegio di tre giudici, presieduto da Lorella Trovato, Corona è responsabile di estorsione nei confronti di Francesco Coco, che fu fotografato all’interno della discoteca Hollywood con una donna che sarebbe potuta apparire un trans. Sempre nei confronti di Coco, Corona è stato riconosciuto responsabile di tentata estorsione per una foto in cui il calciatore veniva ritratto a torso nudo all’interno di un altro locale.

Condannato anche per l’episodio nei confronti di Marco Melandri in cui lo sportivo era in compagnia di una pornostar, e per quello che aveva come protagonista il calciatore Adriano ritratto durante una festa in casa con del sale sul tavolo che poteva sembrare cocaina. Corona è stato invece assolto dalle accuse per gli episodi di presunta estorsione nei confronti di Lapo Elkann, di Alberto Gilardino e dell’imprenditore Gianluca Vacchi.

«Mi vergogno di essere italiano». Sono dichiarazioni violente che trattengono a stento la rabbia quelle pronunciate da Fabrizio Corona subito dopo la lettura del verdetto emesso dai giudici milanesi che lo hanno condannato a 3 anni e 8 mesi di carcere. Circondato da decine di telecamere e fotografi Corona ha dichiarato di «non credere più nella giustizia. Perchè -ha quasi urlato- non condannano quelli del caso Marrazzo? Perchè non condannano le altre agenzie che hanno fatto e fanno le stesse cose per cui hanno accusato me? Ci saranno altri processi, se andrò o non andrò in galera... a me non me ne frega niente».

«Non me ne frega niente di essere stato assolto per alcuni episodi. Io volevo essere assolto su tutto», prosegue nel suo sfogo Fabrizio Corona fuori dall’aula del tribunale dove è stato condannato. «È una presa per il c... il fatto che la legge sia uguale per tutti. In questo paese se ti metti contro i magistrati te la fanno pagare, anche se non hai fatto niente». Quindi, affiancato dal suo legale, Corona ha lasciato di corsa il Palazzo di Giustizia inseguito da alcuni cameraman e fotografi.

E' simpatico?No...è una faccia da schiaffi...
E' innocente?No..è un ricattatore....
Si merita una punizione?Si...se la merita.....
Sconterà la pena?Probabilmente nemmeno un giorno...
Ma....
E' stato condannato a 3 anni e 8 mesi per cosa?
Si, ha commesso un reato...si, deve pagare....ma c'è chi ha fatto cose più gravi e non ha mai scontato la sua pena...
Un nome?Callisto Tanzi....
Un altro?Ricucci....che ha fatto un paio di mesi di carcere ma la sua accusa era molto più pesante....
E sorvolo su altri nomi...eccellenti....
Oppure possiamo pensare a quel ragazzo Rumeno che ha investito con l'auto 4 persone mentre guidava ubriaco ed è stato condannato a soli 6 anni da scontare ai domiciliari...e in altri casi come questo le condanne sono state ancora più blande...
Due pesi e due misure?
Come mai?
Chi è andato ad infastidire Corona?
Un nome in particolare brilla per importanza sugli altri...lascio a voi capire di chi si tratta...


Kate83

domenica 13 dicembre 2009

Quando si dice: " Ti spacco la faccia....."

Ecco cosa è successo al nostro premier oggi, nella sua Milano.
Un segnale di alta tensione nel mondo politico.

SuperSimo vola in Spagna: Flirt con Joan Laporta?


C'è la Spagna all'orizzonte di Simona Ventura e Joan Laporta, presidente del Barcellona calcio, probabilmente, nel suo cuore. Le voci si rincorrono da qualche settimana, da quando SuperSimo ha cominciato a viaggiare frequentemente per Barcellona, a frequentare un corso di spagnolo e ad interessarsi alla televisione iberica, come scrive Novella 2000. Insomma gli indizi ci sarebbero tutti, ma la Signora di Raidue smentisce.
Ci pensa però Stefano Bettarini, il suo ex marito a "smascherarla". Durante un'intervista gli viene chiesto come va la vita sentimentale di Simona e lui risponde. "Chiedeteglielo in spagnolo", lei ride e si schernisce ma è poco convincente.
Quel che convince invece è che Simo a Barcellona ci va ormai quasi ogni settimana, e che, chissà come mai, è riuscita, solo lei, ad avere l'intervista in esclusiva a Lionel Andrés Messi, fuoriclasse del Barcellona e Pallone d'Oro 2009, e a "rifilare" i gemelli Dean e Dan Caten di Dsquared, che curano il suo look, anche al Barca, tant'è che ora il duo americano firma le divise del club. Insomma il legame con la Catalogna sembra davvero stretto. La Ventura e Laporta si sarebbero conosciuti a Milano, questa estate durante la delicata trattativa del presidente del Barcellona per l'acquisto di Ibrahimovic.
Convincente è comunque soprattutto l'onorevole curriculum di Mister Laporta, un uomo vincente, proprio come piacciono a Simona, che ha sempre dimostrato di puntare in alto nelel sue scelte di cuore, da Sardi a Gori.
Avvocato d'affari, imprenditore dalle ambizioni poiltiche e aggressivo nel business, mondano e attento alle relazioni. Anche se per quest'ultima voce si dovrebbe aggiungere un po' troppo attento, specie a quelle sentimentali. Pare infatti che Joan Laporta conduca una allegra vita sentimentale, apprezzi le belle donne e ne collezioni parecchie, con conseguenti scandali e cronaca rosa. Ma a questo SuperSimo pensera in seguito...

Gli italiani lo sanno...agli stranieri l'Italia piace...il cibo, la moda, le auto ma...soprattutto...le italiane...
Ne viene una conferma dalle tante dive nostrane le cui storie con famosi personaggi stranieri vengono quotidianamente raccontate sui giornali...
La più eclatante, paparazzata, gossippata ecc è la storia tra Elisabetta Canalis ed il divo per eccellenza, George Clooney...
ma lei è solo una delle tante bellezze italiche che affascinano e hanno affascinato il mondo....la più conosciuta è si curamente Sofia Loren...che ha stregato la mecca del cinema Hllywood...la quale però ha scelto un marito italiano...
Monica Bellucci ha concquistato la Francia ed un francese...lo stesso ha fatto la premier dame Carla Bruni...
Manuela Arcuri aveva invece infranto il cuore di un principe arabo...
Tra le ultime gossippate si viene a conoscenza di un flirt Italia-Spagna(vero o presunto)tra Christiano Ronaldo e l'ex gieffina Raffaella Fico...
E sempre in Spagna rimaniamo con Simona Ventura...Evidentemente i nostri cugini spagnoli gradiscono la compagnia femminile italiana...
Insomma...se gli Italiani a quanto pare sono sempre più attratti dalle straniere(Belen e company lo dimostrano ogni giorno dai nostri teleschermi)....le italiane cosa fanno?
Per fortuna riequilibrano la bilancia....le italiane concuistano gli stranieri....
Insomma....alla fine....W l'Italia!!!!


KATE83

sabato 12 dicembre 2009

Io, nero italiano e la mia vita ad ostacoli


Una lettera, quella dello scrittore Pap Khouma, inviata alla Repubblica che fa riflettere.

Sono italiano e ho la pelle nera. Un black italiano, come mi sono sentito dire al controllo dei passaporti dell'aeroporto di Boston da africane americane addette alla sicurezza. Ma voi avete idea di cosa significa essere italiano e avere la pelle nera proprio nell'Italia del 2009?

Mi capita, quando vado in Comune a Milano per richiedere un certificato ed esibisco il mio passaporto italiano o la mia carta d'identità, che il funzionario senza neppure dare un'occhiata ai miei documenti, ma solo guardandomi in faccia, esiga comunque il mio permesso di soggiorno: documento che nessun cittadino italiano possiede. Ricordo un'occasione in cui, in una sede decentrata del Comune di Milano, una funzionaria si stupì del fatto che potessi avere la carta d'identità italiana e chiamò in aiuto altre due colleghe che accorsero lasciando la gente in fila ai rispettivi sportelli. Il loro dialogo suonava più o meno così.
"Mi ha dato la sua carta d'identità italiana ma dice di non avere il permesso di soggiorno. Come è possibile?".
"Come hai fatto ad avere la carta d'identità, se non hai un permesso di soggiorno... ci capisci? Dove hai preso questo documento? Capisci l'italiano?". "Non ho il permesso di soggiorno", mi limitai a rispondere.
Sul documento rilasciato dal Comune (e in mano a ben tre funzionari del Comune) era stampato "cittadino italiano" ma loro continuavano a concentrarsi solo sulla mia faccia nera, mentre la gente in attesa perdeva la pazienza.

Perché non leggete cosa c'è scritto sul documento?", suggerii. Attimo di sorpresa ma.... finalmente mi diedero del lei. "Lei è cittadino italiano? Perché non l'ha detto subito? Noi non siamo abituati a vedere un extracomunitario...".

L'obiezione sembrerebbe avere un qualche senso ma se invece, per tagliare corto, sottolineo subito che sono cittadino italiano, mi sento rispondere frasi del genere: "Tu possiedi il passaporto italiano ma non sei italiano". Oppure, con un sorriso: "Tu non hai la nazionalità italiana come noi, hai solo la cittadinanza italiana perché sei extracomunitario".

Quando abitavo vicino a viale Piave, zona centrale di Milano, mi è capitato che mentre di sera stavo aprendo la mia macchina ed avevo in mano le chiavi una persona si è avvicinata e mi ha chiesto con tono perentorio perché stavo aprendo quell'auto. D'istinto ho risposto: "Perché la sto rubando! Chiama subito i carabinieri". E al giustiziere, spiazzato, non è restato che andarsene.

In un'altra occasione a Milano alle otto di mattina in un viale ad intenso traffico, la mia compagna mentre guidava ha tagliato inavvertitamente la strada ad una donna sul motorino. E' scesa di corsa per sincerarsi dello stato della malcapitata. Ho preso il volante per spostare la macchina e liberare il traffico all'ora di punta. Un'altra donna (bianca) in coda è scesa dalla propria macchina ed è corsa verso la mia compagna (bianca) e diffondendo il panico le ha detto: "Mentre stai qui a guardare, un extracomunitario ti sta rubando la macchina". "Non è un ladro, è il mio compagno", si è sentita rispondere.

Tutte le volte che ho cambiato casa, ho dovuto affrontare una sorta di rito di passaggio. All'inizio, saluto con un sorriso gli inquilini incrociati per caso nell'atrio: "Buongiorno!" o "Buona sera!". Con i giovani tutto fila liscio. Mentre le persone adulte sono più sospettose. Posso anche capirle finché mi chiedono se abito lì, perché è la prima volta che ci incontriamo. Ma rimango spiazzato quando al saluto mi sento rispondere frasi del genere: "Non compriamo nulla. Qui non puoi vendere!". "Chi ti ha fatto entrare?".

Nel settembre di quest'anno ero con mio figlio di 12 anni e aspettavo insieme a lui l'arrivo della metropolitana alla stazione di Palestro. Come sempre l'altoparlante esortava i passeggeri a non superare la linea gialla di sicurezza. Un anziano signore apostrofò mio figlio: "Parlano con te, ragazzino. Hai superato la linea gialla. Devi sapere che qui è vietato superare la linea gialla... maleducato". Facevo notare all'anziano che mio figlio era lontano dalla linea gialla ma lui continuava ad inveire: "Non dovete neppure stare in questo paese. Tornatevene a casa vostra... feccia del mondo. La pagherete prima o poi".

Qualche settimana fa all'aeroporto di Linate sono entrato in un'edicola per comprare un giornale. C'era un giovane addetto tutto tatuato, mi sono avvicinato a lui per pagare e mi ha indicato un'altra cassa aperta. Ho pagato e mi sono avviato verso l'uscita quando il giovane addetto si è messo a urlare alla cassiera: "Quell'uomo di colore ha pagato il giornale?". La cassiera ha risposto urlando: "Sì l'uomo di colore ha pagato!". Tornato indietro gli dico: "Non c'é bisogno di urlare in questo modo. Ha visto bene mentre pagavo". "Lei mi ha guardato bene? Lo sa con chi sta parlando? Mi guardi bene! Sa cosa sono? Lei si rende conto cosa sono?". Cercava di intimidirmi. "Un razzista!" gli dico. "Sì, sono un razzista. Stia molto attento!". "Lei è un cretino", ho replicato.

Chi vive queste situazioni quotidiane per più di 25 anni o finisce per accettarle, far finta di niente per poter vivere senza impazzire, oppure può diventare sospettoso, arcigno, pieno di "pregiudizi al contrario", spesso sulle spine col rischio di confondere le situazioni e di vedere razzisti sbucare da tutte le parti, di perdere la testa e di urlare e insultare in mezzo alla gente. E il suo aguzzino che ha il coltello dalla parte del manico, con calma commenta utilizzando una "formula" fissa ma molto efficace: "Guardate, sta urlando, mi sta insultando. Lui è soltanto un ospite a casa mia. Siete tutti testimoni...".

Ho assistito per caso alla rappresentazione di una banda musicale ad Aguzzano, nel piacentino. Quando quasi tutti se ne erano andati ho visto in mezzo alla piazza una bandiera italiana prendere fuoco senza una ragionevole spiegazione. Mi sono ben guardato dal spegnerla anche se ero vicino. Cosa avrebbe pensato o come avrebbe reagito la gente vedendo un "extracomunitario" nella piazza di un paesino con la bandiera italiana in fiamme tra le mani? Troppi simboli messi insieme. Ho lasciato la bandiera bruciare con buona pace di tutti.

Ho invece infinitamente apprezzato il comportamento dei poliziotti del presidio della metropolitana di Piazza Duomo di Milano. Non volevo arrivare al lavoro in ritardo e stavo correndo in mezzo alla gente. Ad un tratto mi sentii afferrare alle spalle e spintonare. Mi ritrovai di fronte un giovane poliziotto in divisa che mi urlò di consegnare i documenti. Consegnai la mia carta di identità al poliziotto già furibondo il quale, senza aprirla, mi ordinò di seguirlo. Giunti al posto di polizia, dichiarò ai suoi colleghi: "Questo extracomunitario si comporta da prepotente!".

Per fortuna le mie spiegazioni non furono smentite dal collega presente ai fatti. I poliziotti verificarono accuratamente i miei documenti e dopo conclusero che il loro giovane collega aveva sbagliato porgendomi le loro scuse. Furono anche dispiaciuti per il mio ritardo al lavoro.

Dopotutto, ho l'impressione che, rispetto alla maggioranza della gente, ai poliziotti non sembri anormale ritrovarsi di fronte a un cittadino italiano con la pelle nera o marrone. "Noi non siamo abituati!", ci sentiamo dire sempre e ovunque da nove persone su dieci. E' un alibi che non regge più dopo trent'anni che viviamo e lavoriamo qui, ci sposiamo con italiane/italiani, facciamo dei figli misti o no, che crescono e vengono educati nelle scuole e università italiane.

Un fatto sconvolgente è quando tre anni fa fui aggredito da quattro controllori dell'Atm a Milano e finii al pronto soccorso. Ancora oggi sto affrontando i processi ma con i controllori come vittime ed io come imputato. Una cosa è certa, ho ancora fiducia nella giustizia italiana.

venerdì 11 dicembre 2009

La De Filippi: I tronisti l'hanno stufata.


Da Libero news, di Barbara Del Pio:

"Prima o poi il pubblico ti dice basta". La De Filippi parlava di sé in questo caso. Più precisamente del momento in cui uno capisce che la gente non ne può di vedere la tua faccia in televisione, magari a qualunque ora del giorno. Nella lunga intervista rilasciata a Oggi, la "signora 30 per cento" ha detto un sacco di cose, anche nuove rispetto al passato. Ce ne interessa una in particolare o, meglio, pensiamo possa interessare a tutti quelli che ci ricoprono di e-mail e messaggi ogni volta che pubblichiamo qualcosa sui tronisti e tutto quello che ruota attorno al fenomeno Uomini e Donne. La notizia è che si è stancata pure lei.

Dall'ultima cazziata a Marco Stabile (l'eterno indeciso un po' paraculo che l'aveva fatta innervosire a tal punto da cacciarlo dal programma), la situazione è ulteriormente precipitata. La De Filippi si è scocciata proprio del giochetto in sé. Delle quotidiane tarantelle tra bonazze e palestrati. Della manfrina pomeridiana fatta di soffiate telefoniche e sculettamenti tanto per farsi vedere in tv e poi campare un paio d'anni di ospitate in discoteca. "C'è il ritorno a una dimensione diversa - ha detto a Oggi - lontana dalle palestre e dai botulini". La cura, a occhio, potrebbe essere peggiore del male.

Maria ha buttato là un'idea che prefigura un ibrido tra l'Agenzia matrimoniale di Marta Flavi (ex moglie di Costanzo, tra l'altro) e certe puntate di C'è posta per te. La De Filippi nuova versione vuole gettare alle ortiche i cloni di Costantino Vitagliano e aprire alla terza età. Vuole far accoppiare vecchietti arzilli e nonnine in cerca di compagnia. È una buona notizia?

Finalmente la notizia che molti di noi(tranne quelli che questo programma lo seguono) attendevano con ansia è arrivata...la De Filippi si è stancata di fare Uomini e Donne!!!
Notizia da prima pagina....altro che Copenaghen e Berlusconi e Spatuzza...
La Maria nazionale si è stancata dello sconosciuto o sconosciuta di turno inviati dalle agenzie di modelli per prendere parte alla sua trasmissione e cercare così un facile e NON MERITATO approdo nel mondo televisivo...
FINALMENTE!!!E' il sospiro giunto da più parti...siamo stanchi di queste baggianate stupide, inutili, talvolta grottesche e volgari che il programma della De Filippi ci ripropone ogni pomeriggio da anni...
senza contare che tali personaggi ce li ritroviamo puntualmente su tutti i canali televisivi e su tutti i giornali ed i rotocalchi italiani riproposti tanto per le loro comparsate quanto per le varie stupidaggini che vanno compiendo in giro per i vari locali d'Italia(purtroppo c'è anche chi paga per vedere questi manichini dotati di parola ma non di cervello)....
Ma.....c'è un ma purtroppo....meglio non cantere vittoria...la De Filippi sta pensando a qualcosa di simile ma nuovo....
Sena "palestrati e siliconate"...
Poveri noi....cos'altro partorirà la mente diabolica e spietata di "nostra signora dello share?"...con tutte le conseguenze successive su trasmissioni, giornali e telegiornali???
Italiani siete avvisati!!!!!
Qualcuno la fermiiiiiii!!!!!!!!

giovedì 10 dicembre 2009

Berlusconi: delirio di onnipotenza

Non ci sono parole...preferisco non commentare...fatelo voi...

Google: arriva la ricerca real time

Dopo la notizia sull’accordo tra Google ed i noti social network Facebook e Twitter Google annuncia la novità della ricerca in tempo reale: quando un utente cercherà informazioni il motore di ricerca presenterà nella lista dei risultati le notizie prese da vari social network come, Facebook, Myspace, Twitter, Friendfeed, Blogger.com, Wordpress.com…

La nuova funzione di ricerca in tempo reale, già presente nel motore di ricerca Bing, sarà introdotta in modo graduale. Attualmente per vedere gli aggiornamenti in tempo reale sono presenti nella versione in inglese: basta collegarsi a Google.com, digitare una chiave di ricerca e guardare la voce “Show Options“; selezionandola si aprirà una finestra in cui potrete scegliere la voce “Latest”, per visualizzare appunto i risultati dei social network.

Ecco cosa accadrà:

Norvegia: tutti a guardare il cielo



Stamattina la Norvegia si è svegliata, poco prima delle 8, con un incredibile e mai visto sinora fenomeno nel cielo. Che forse è prematuro definire atmosferico: infatti richiama più da vicino la comparsa di un buco nero come lo ha mostrato la fantascienza al cinema, un "wormhole" spiraliforme nei cieli del nord. Cosa sarà? Al momento gli unici elementi a disposizione sono le immagini, spettacolari, e il mistero sul fenomeno. Forse una bufala, comunque perfetta

mercoledì 9 dicembre 2009

I segreti di Spatuzza "Così uccide la mafia"

Questo articolo è apparso oggi su la Repubblica.it, degli autori FRANCESCO VIVIANO e ALESSANDRA ZINITI. Un articolo toccante e significativo.

"Ti facciamo saltare. Con un missile terra-aria, che ci è arrivato dalla Jugoslavia". Quella lettera anonima che nell'agosto del 1993 annunciava un attentato a Giancarlo Caselli, non era opera di un mitomane. Sedici anni dopo, il pentito Gaspare Spatuzza racconta che il lanciamissili per uccidere il procuratore era in suo possesso. Nelle centinaia di pagine di verbale che il collaboratore di giustizia che accusa Berlusconi e Dell'Utri ha riempito con i magistrati delle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze ci sono vent'anni di orrori, dalle stragi ai dettagli raccapriccianti dell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, dai progetti di sequestri di un altro bambino e dell'editore del "Giornale di Sicilia" Antonio Ardizzone per finanziare le stragi, fino alla verità sul mistero della "Natività" del Caravaggio, il prezioso dipinto rubato quarant'anni fa dagli uomini di Cosa nostra dall'oratorio di San Lorenzo a Palermo e mai ritrovato. Oggi, Gaspare Spatuzza rivela: "Ho saputo da Filippo Graviano nel carcere di Tolmezzo intorno al 1999 che il quadro era stato distrutto negli anni Ottanta. La tela era stata affidata ai Pullarà (capimafia della cosca di Santa Maria di Gesù), i quali l'avevano nascosta in una stalla, dove era stata rovinata, mangiata dai topi e dai maiali, e perciò venne bruciata".

Il missile per Caselli
"Tramite la 'ndrangheta, la cosca dei Nirta, abbiamo acquistato delle armi, due mitra, due machine-pistole ed un lanciamissili. Era un carico di armi per fare un attentato al procuratore Caselli che avevamo saputo che si muoveva con un elicottero dell'elisoccorso che partiva dall'ospedale Cervello. Io avevo la reggenza del mandamento di Brancaccio e tramite Pietro Tagliavia mi dicono che devo "curarmi" Caselli. Questo lanciamissili era custodito in un magazzino della nostra famiglia che venne poi perquisito dalla Dia. Era nascosto nell'intercapedine di un divano e non fu trovato". Siamo nel '94, quando i fratelli Graviano vengono arrestati a Milano e Spatuzza assume la reggenza del mandamento. Qualche mese prima quel progetto di attentato era stato annunciato da ben quattro lettere anonime giunte alla Procura di Palermo con minacce di morte non solo per Caselli ma anche per tre imprenditori, uomini politici e per l'allora presidente della Regione, Giuseppe Campione. L'anonimo su Caselli, però, alla luce delle dichiarazioni di Spatuzza, era un segnale estremamente preciso. Recitava così: "Ti facciamo saltare. Con un missile terra-aria, che ci è arrivato dalla Jugoslavia. Spariamo contro l'elicottero che ti porta da Punta Raisi a Boccadifalco...".

Il figlio del pentito sciolto nell'acido
Al sequestro e all'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio undicenne del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, uno dei killer della strage di Capaci, parteciparono decine di "uomini d'onore" di diverse famiglie. La squadra di Gaspare Spatuzza fu quella che andò a prelevare il bambino in un maneggio. Il suo è un racconto che mise in crisi anche uomini con più di 40 delitti sulle spalle. "Siamo partiti da Brancaccio a bordo di una Croma. Eravamo io, Salvatore Grigoli, Francesco Giuliano. Luigi Giacalone e Cosimo Lo Nigro erano con un'altra macchina di copertura. Avevamo pistole ed un kalashnikov perché se c'era qualche problema... quindi siamo entrati in questo maneggio, avevamo le casacche della polizia, nessuno di noi conosceva questo bambino, quindi abbiamo chiesto, chiamavamo "Giuseppe, Giuseppe". Il bambino dice: "Io sono". Ci siamo avvicinati e gli abbiamo detto: "Dobbiamo andare da papà e sto bambino si è fatto avanti, perché rappresentavamo per lui la sua salvezza. Lo abbiamo portato in macchina e siamo usciti, gli abbiamo detto che si doveva nascondere bene, perché "siamo qui per te, per tuo papà". E questo bambino ha detto: "Ah, papà mio..". E io gli ho risposto: "Sei contento che devi andare da papà?". "Sì, papà mio, amore mio", una frase così toccante che sul momento non ci fai caso, poi però...". Spatuzza racconta del lungo viaggio del bambino, rinchiuso in un Fiorino, verso la sua prima prigione dove sarebbe stato rilevato da uomini di un'altra cosca che non dovevano neanche conoscere l'identità di quelli che lo avevano prelevato. "I nuovi carcerieri lo volevano legare, noi eravamo risentiti, perché noi sì lo dovevamo sequestrare, ma trattarlo bene". Il piccolo Giuseppe, un anno e mezzo dopo, quando la Cassazione rese definitivi gli ergastoli per la strage di Capaci, fu strangolato e sciolto nell'acido per ordine di Giovanni Brusca.

lunedì 7 dicembre 2009

Il Financial Times su Berlusconi "Non può governare l'Italia"

Un editoriale del più importante quotidiano finanziario europeo "Il premier italiano è sotto assedio e per lui i problemi sono seri"
dal corrispondente di Repubblica ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Dopo l'editoriale di venerdì scorso dell'Economist, l'autorevole settimanale globale britannico, che gli ha chiesto di dimettersi, stamane anche il Financial Times, più importante quotidiano finanziario d'Europa, afferma che Silvio Berlusconi "non può governare l'Italia". In un commento non firmato nella pagina degli editoriali, espressione della direzione del giornale secondo lo stile della stampa anglosassone, il quotidiano della City afferma che il premier italiano è stato a lungo in grado di restare a galla a dispetto delle controversie che lo circondano; "ma le cose adesso, finalmente, stanno diventando serie per il Cavaliere", osserva l'articolo.

Il FT ricorda che nei giorni scorsi Berlusconi è stato accusato in tribunale da un mafioso pentito di avere avuto legami con Cosa Nostra nel mezzo della campagna di attentati dei primi anni '90, accuse negate dal primo ministro ma che "ciononostante mettono in rilievo i suoi legami con Marcello Dell'Utri, un suo stretto collaboratore che sta facendo appello contro una condanna a nove anni di prigione per associazione mafiosa". Il quotidiano londinese elenca quindi gli altri processi che gravano sul leader del Pdl: quello per la corruzione dell'avvocato inglese David Mills, uno riguardante Mediaset, a cui si somma la richiesta di ancora un'altra corte di giustizia del pagamento di una garanzia bancaria sui 750 milioni di euro che la Fininvest è stata condannata a pagare come risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti per la controversa battaglia sull'acquisizione della Mondadori.

"Berlusconi è sotto assedio", riassume il Financial Times. Ai suoi problemi giudiziaria si aggiungono la richiesta di sua moglie di un accordo di divorzio "punitivo", la "grande dimostrazione" di protesta del No Berlusconi Day e il fatto che "perfino il suo alleato, Gianfranco Fini, un possibile successore, è stato sentito dire che Berlusconi confonde la leadership con la monarchia assoluta".

"E' prematuro dare per spacciato questo scaltro uomo politico, ma sta pattinando su un ghiaccio sottile", conclude l'editoriale. "La lamentela da lui spesso citata secondo cui non può governare e al tempo stesso affrontare una serie di casi in tribunale contro di lui è sicuramente giusta. Il suo governo sta cominciando a trascorrere più tempo a fare i conti con i problemi di Berlusconi che con quelli del paese. Le dure decisioni necessarie per riformare l'economia e le istituzioni italiane non verranno prese finché egli rimane primo ministro".

sabato 5 dicembre 2009

La vignetta del giorno

Ho scelto questa vignetta, presentata e disegnata da Vauro nell' ultima puntata di Anno Zero, che rappresenta quella che sarà la giornata di oggi:

venerdì 4 dicembre 2009

Ecco la Bomba attesa da Fini: Spatuzza

«Ho fatto parte dagli anni Ottanta al Duemila di un'associazione terroristico-mafiosa denominata Cosa Nostra. Dico terroristica per quello che mi consta personalmente, perché dopo gli attentati di via D'Amelio e Capaci, ci siamo spinti oltre, come l'attentato al dottor Costanzo (Maurizio ndr) e quello a Firenze dove morì la piccola Nadia». Gaspare Spatuzza entra in aula pochi minuti prima di mezzogiorno. Il pentito di mafia, protetto da due paraventi, depone a Torino al processo d'appello per concorso in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell'Utri, condannato a nove anni in primo grado.

Poi Spatuzza afferma: «Nel '94 incontrai Giuseppe Graviano in un bar in Via Veneto, aveva un atteggiamento gioioso, ci siamo seduti e disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti quella storia e non come quei quattro "crasti" socialisti che avevano preso i voti nel 1988 e 1989 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vennero fatti due nomi tra cui quello di Berlusconi. Io chiesi se era quello di Canale 5 e mi disse: sì. C'era pure un altro nostro paesano. Graviano disse che grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo il paese nelle mani». Successivamente Spatuzza si trovò nel carcere di Tolmezzo con Filippo Graviano: «Nel 2004 lui stava malissimo, io gli parlavo dei nostri figli, di non fargli fare la nostra fine... ho avuto la sensazione che stava crollando. Mi disse di far sapere a suo fratello Giuseppe che se non arrivava qualcosa da dove doveva arrivare, allora bisognava parlare ai magistrati». Il pm chiede spiegazioni sulla frase «da dove doveva arrivare» e qui Spatuzza ritorna al riferimento di Berlusconi e Dell'Utri. «I timori di parlare del presidente del Consiglio erano e sono tanti - continua Spatuzza. - Basta vedere che quando ho cominciato a rendere i colloqui investigativi con i pm mi trovavo Berlusconi primo ministro e come ministro della Giustizia uno che consideravo un 'vice' del primo ministro e di Marcello Dell'Utri».

Adesso siamo in attesa delle dichiarazioni del Premier. Dopo la persecuzione della magistratura Rossa e Comunista, avrà mica intenzione di parlare di una persecuzione mafiosa?!

"Figlio mio, lascia questo Paese"

LA LETTERA è apparsa sulla repubblica. A scrivere è il direttore generale della Luiss:
avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito.

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre

I figli: quelli che partono. A scrivere sono anche tanti figli, già andati via, o in procinto di farlo. Molti soddisfatti, qualcuno nostalgico al punto di essere tornato, naturalmente per pentirsene subito dopo. Come michelep1: "Sono tornato in Italia poco tempo fa e mi pento amaramente della decisione. Io me la posso anche cavare, ma sto avvelenando la mia famiglia. Forse sarebbe bene partire di nuovo". Malacle non ha dubbi, ha già le valigie pronte: "Mi sto laureando con tanti sacrifici, ma so che alla fine dovrò portar fuori le mie esperienze e il mio sapere. Mi piacerebbe poter restare nel mio Paese, dove sono nata e cresciuta, dove ho il mio mondo, le mie radici e i miei affetti ma non sono diposta a mettere a disposizione di quache miserabile il mio ingegno... non sono disposta a lavorare 10 ore al giorno per trovarmi con 100 euro di buoni pasto, non sono disposta a fare stage per poi vedermi rimpiazzare dal successivo stagista perché nessuno ti fa un contratto". "Sono contenta di essere andata via dall'Italia perché cosiì non dovrò scrivere un giorno una lettera del genere a mia figlia!!!", afferma convinta fuzzy75. E come lei tantissimi, tutti entusiasti di Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti: "Vivo a Londra da più di quattro anni ormai, ho un buonissimo lavoro che in Italia avrebbe richiesto qualche decennio di gavetta e di umiliazioni, ho costruito amicizie vere con persone provenienti da tanti Paesi diversi e sono in un luogo dove non sono costretto ad aver paura delle istituzioni o di chi ha in mano il potere, perchè i contropoteri sono forti e in salute...", afferma orgoglioso blackwings.

giovedì 3 dicembre 2009

Ex Miss Argentina muore per diventare ancora più bella


Aveva fatto un intervento di gluteoplastica. Non è la prima che rischia o perde la vita per inseguire il mito della perfezione.L'ossessione estetica deve avere un prezzo così alto?

Da Libero news abbiamo appreso questa tremenda e sconcertante notizia.
Il caso di Solange Magnano la 38enne ex Miss Argentina morta domenica per un'embolia polmonare, seguito a un intervento di gluteoplastica (sollevamento del sedere), è solo l’ultimo caso di ossessione per la bellezza e giovinezza eterna finito in tragedia.
Donne sfigurate da lifting facciali, rovinate da liposuzioni eccessive, che mettono a rischio la propria vita pur di restare belle e sode come e più che a vent’anni. L’episodio più recente e ancora "caldo", quello di Alessandra Pierelli che a 30 anni e per un banale intervento di lipoaspirazione ha rischiato la vita. Tanto da scrivere in un libro il suo calvario.
Per non parlare del caso eclatante Laura Antonelli, sex symbol degli anni 70-80, che vive ormai da rinchiusa in casa dopo essere rimasta sfigurata per la reazione allergica a delle iniezioni di collageneal viso.

Per non parlare di un'altra star anni '80, Nadia Cassini, ritiratasi dalle scene da parecchio tempo a causa di un intervento di chirurgia plastica che le deturpato il viso fino a privarla del padiglione auricolare destro
Solange, 1,80 cm di bellezza latina, divenuta miss nel 1994, con un passato da modella, moglie e madre di due gemelli di otto anni, alla soglia dei 40 non si rassegnava al normale trascorrere del tempo. Voleva tornare alle forme sode che le avevano permesso di guadagnare la fascia di più bella del Paese, e di concorrere a Miss Universo, 15 anni prima. Levare quel po' di cellulite in più, normale per una quarantenne, insopportabile per chi aveva fatto della perfezione fisica il suo lavoro e obiettivo di vita. E quello che doveva essere un intervento tranquillo si è trasformato nella sua condanna a morte.

Questo è il nostro mondo. Alle donne oggi si chiedono canoni di bellezza irraggiungibili...addirittura irraggiungibili persino per le modelle. Le bellone dello showbusiness spesso ricorrono al chirurgo...e dove il bisturi del chirurgo non arriva si ricorre al photoshop...
Ma perchè prendere in giro tutti?
Perchè coltivare una bugia?
Se nemmeno le perfettissime donne dello spetacolo sono perfette...stiamo forse rincorrendo una chimera?
E discapito di cosa va tutto ciò?
A discapito della salute...a discapito della vita...a discapito della psiche...
Donne...dopo decenni di lotte per l'emancipazione e di femminismo siamo diventate schiave di qualcos'altro...prima lo eravamo del maschilismo...ora lo siamo delle nostre ossessioni...l'ossessione della perfezione...
NESSUNO E' PERFETTO!!!!!NESSUNO!!!!Svegliamoci!!!!
E tra l'altro...chi lo dice che la perfezione sta nell'essere alti 1,80 nell'avere misure che corrispondano al 90-60-90 e una linea tendente all'anoressia???
Nel passato una donna era considerata bella se era florida...il ritratto della salute...eppure non si è mai sentito che le donne del passato si siano ammazzate per raggiungere tali canoni...
Se la moda del bello dovesse cambiare di nuovo...cosa faremo?Torneremo tutte di corsa dal chirurgo plastico a farci reinnestare il grasso aspirato in precedenza?

Trova l'errore in "Piccola stella senza cielo"

Sono le 4.15 di notte..non so come mi sono imbattuto in questo video...ma muoio dalle risate!

Trova l'errore!
ahhaha....figata!

Il commento più bello?
Grande compà! bella l'idea, ma diciamo che ti manca la finalizzazione sotto porta.
Come hai preso il diploma: con i punti della benzina? O della Kinder??

Dai vi aiuto...
" ci canteremo mentre scopi in volo..."
" e spero che un giorno se ne accorga di me"
" ti brucierai..."

mercoledì 2 dicembre 2009

Il sogno infranto dal doping "Abbandona, senza non fai nulla"


Ecco l'articolo di denuncia apparso su LaRepubblica:

Il drammatico racconto di un giovane ciclista
Il sogno infranto dal doping "Abbandona, senza non fai nulla"
Il dramma doping nel ciclismo ha radici profonde, che arrivano addirittura ai giovani diciottenni. La storia è da brivido e rappresenta la cartina di tornasole di un mondo che fatica a scomparire: quello in cui un giovane è messo bruscamente di fronte ad una tragica "necessità", quella di aiutarsi farmacologicamente in qualche modo, attraverso la solita deprecabile farmacopea al primo apppuntamento importante. Un giovane veneto (una delle regioni "patria" del ciclismo nostrano) dopo mesi di preparazione, sacrifici e sudore, alla vigilia della prima gara importante si trova davanti il compagno di stanza che si sta facendo una iniezione, chiede lumi al direttore sportivo e da questi, invece di essere ascoltato e apprezzato, viene addirittura redarguito malamente. "Ma tu non lo hai mai fatto da junior?".

Evidentemente no se lo shock per il giovane è tale da spingerlo ad abbandonare i pedali. Anche se sente di avere le qualità per fare bene. Abbandonerà per sempre. Una storia che chissà quante volte si è ripetuta (e chissà quanti talenti sono andati perduti...) e che rappresenta meglio di altre la tragedia del ciclismo nostrano, perché rivela il marcio alla base; un ciclismo abbandonato a se stesso nelle categorie giovanili, pressoché prive di controlli o, peggio, in mano a praticoni che fanno delle sbandierate "esigenze di visibilità dello sponsor" un credo disastroso.

Ecco il drammatico racconto di un sogno infranto per colpa del doping.
"Finalmente è arrivato. Mesi di preparazione, a sputare sangue, uscite di ore a diversi gradi sottozero e adesso finalmente l'epilogo del mio sogno la mia prima corsa da under 23. Finalmente. Grande squadra, grandi aspettative, ottime sensazioni, ottimo lavoro svolto. Ed eccomi al raduno pre gara: mancano due giorni all'evento. Soprazocco (il trofeo di Soprazocco, importante gare Under 23 n. d. r.) mi sta aspettando. Parto da casa alla mattina presto, così sarò con gli altri in tempo per l'ultima uscita con i compagni. Ottime sensazioni: malgrado la nebbia, ci sono. Mi alleno, mangio, cerco di entrare nell'ambiente. Il tempo scorre. E' sera: il mio sogno continua. E si avvicina. Entro in stanza: vedo un compagno seduto con una siringa in vena. Boom boom boom..... il cervello mi scoppia. Ma cosa sta facendo? Ma... il mio sogno e gli insegnamenti dei miei tecnici, "non hai bisogna di nulla: preparazione, serietà e cuore bastano per fare un campione", mi dicevano. Tutto finito. Forse. Corro dal ds. Sono sgomento. Mi tratta come una merda. Mi calpesta, non mi ascolta. E poi mi dice: 'Ma come? Tu non lo hai mai fatto? Neanche da junior ? Impossibile correre senza. Non si recupera'. Ma senza cosa ??? Ma cosa si deve prendere??? Ma come? Sono seguito da due anni da un centro ricerche che mi ha insegnato ad usare l'SRM (lo strumento di allenamento che registra la potenza sui pedali), che mi ha insegnato ad alimentarmi, a capire anche cosa sono i macronutrienti, la massa grassa, il muscolo; un centro dove monitorizzano il mio metabolismo, mi preparano i piani alimentari, gli allenamenti. Mi dicono tutto sulla mia composizione corporea, e adesso mi dicono che la mia performance deve passare per la farmacia. Mi hanno insegnato che in natura trovo tutto ciò che mi serve; ho imparato a demonizzare gli integratori, gli aminoacidi, mi hanno insegnato a vivere da atleta e adesso tu... mi parli di farmacia... mi dici di andare a fare la bmx ... E allora? Ho abbandonato tutto. Sono scappato. Scappato dalle tue parole dai tuoi discorsi di sponsor, di aspettative degli stessi. Sono passato come un rullo compressore sopra me stesso. Il mio lavoro. Il mio credo. Il mio sogno. (...) Sai così tanto di farmacologia e l'unica cosa che hai saputo dire è che sono grasso, e sai perché? Perché forse non riconosci il muscolo dalla "ciccia". Il giorno dopo mi scrivi che mi ammiri, mi dici che troverò una squadra con meno pressioni e aspettative. Bèh, io non ti ammiro, anzi. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Era il mio sogno e la tua "merda" l'ha cancellato. Parli di vittorie. Sappilo: ogni volta che un tuo atleta vince il ciclismo ha perso".

Ancora una volta sullo sport si abbatte l'ombra del doping. Ancora una volta sul mondo del ciclismo.
Come mai non si riesce a fermare questo fenomeno?
Nonostante i controlli.
Nonostante le punizioni esemplari.
Nonostante le morti.
Cosa spinge questo ed altri sport, in Italia e all'estero, a ricorrere a tali espedienti?
Non si tratta solo di sport?
Non dovrebbe far bene alla salute e spronare la gente alla pratica sportiva educativa e salutare?
Forse gli interessi in gioco offuscano tutto il resto...forse girano troppi soldi...troppi sponsor...troppi avvoltoi...
Il calcio...il ciclismo...il football americano....i motori e le auto...
Muovono le masse...sono fonte di forti emozioni...uniscono un paese e una bandiera...sono esempio di uguaglianza tra i popoli...
Però....sul versante opposto...sfociano troppe volte nelle truffe...nei ricorsi ai farmaci...nella violenza e nel razzismo....
Fermiamoci a pensare.....cosa rovina lo sport?....
Il denaro potrebbe essere una risposta...troppo denaro....i campioni sono pagati troppo...gli sponsor investono troppi soldi e ci finiscono dentro troppi interessi...
In fondo....ci scandalizziamo tanto perchè vengono pagati troppo i politici...che in fondo hanno il compito non facile di governare il paese....però giustamente da più parti si invoca un ridimensionamento di compensi e privilegi....perchè non ci scandalizziamo dei compensi milionari degli sportivi?
Perchè un uomo che corre dietro ad una palla...o uno che corre in bicicletta o uno che guida un auto...deve essere pagato milioni????Perchè gli sponsor investono milioni in tali attività e non investono per creare occupazione???
Forse con meno soldi ed interessi non sarebbe necessario ricorrere al doping...non sarebbe necessario...BARARE...

martedì 1 dicembre 2009

Fini, un video Bomba

Da vedere assolutamente! Fini dice quello che pensa, a ruota libera.



Fini: "A Scampia c'è un altro sacerdote che si chiama Don Aniello e di cognome Mancaniello, ed è un personaggio come questo (ndr Don Luigi Merola). Una volta è venuto un guappo e lui gli ha detto 'Io non sono un prete, so un mancaniello!'"

Subito dopo il presidente della Camera indica a don Merola, che si lamentava del fatto di non essere ancora mai riuscito ad incontrare il ministro Gelmini, il suo segretario personale.

Fini: "Qualche giorno fa rileggevo un libro sull'Italia giolittiana e a Giolitti, che era considerato il ministro della malavita, un oppositore gli disse: 'Lei rappresenta lo stato... participio passato del verbo essere'. Efficace, no?"

Trifuoggi: "Potrebbe essere riesumata"

Fini: "Infatti non escludo di farlo, citando la fonte... prima o poi lo faccio"

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Fini (riferendosi ad Aldo Pecora): "Lui è un creativo nato, perché il movimento lo ha chiamato 'Ammazzateci tutti'... e sì... il talento è quello"

Pecora nell'ambito del suo discorso afferma: "Noi siamo di passaggio, qua nessuno è eterno, non si vive in eterno"

E allora Fini commenta: "... se ti sente il Presidente del Consiglio si incazza"

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Fini: "Sono un ragazzaccio io... come dicevano i greci... poco se mi giudico molto se mi confronto... è così, sembra una battuta invece è una massima di vita. E' l'umiltà e nello stesso tempo la consapevolezza di vivere"

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Fini: "Per i ragazzi come questi (riferendosi a Pecora) .. è chiaro che una delusione a 23 anni, non alla nostra età, ti toglie qualunque possibilità di credere nella vita"

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Fini, rivolgendosi a Pecora: "Con la giacca e la cravatta sei ancora più bravo"

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Fini: "E' che con i ragazzi non parli con le parole ma con gli esempi"

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Fini: "Il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza (ndr il pentito Gaspare Spatuzza)... speriamo che lo facciano con uno scrupolo tale da... perché è una bomba atomica"

Trifuoggi: "Assolutamente si... non ci si può permettere un errore neanche minimo"

Fini: "Si perché non sarebbe solo un errore giudiziario, è una tale bomba che... lei lo saprà .. Spatuzza parla apertamente di Mancino, che è stato ministro degli Interni, e di ... (ndr Berlusconi?)... uno è vice presidente del CSM e l'altro è il Presidente del Consiglio..."

Trifuoggi: "Pare che basti, no"

Fini: "Pare che basti"

Trifuoggi: "Però comunque si devono fare queste indagini"

Fini: "E ci mancherebbe altro"

Fini: "No ma lui, l'uomo confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di... qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo... magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento... siccome è eletto dal popolo...

Trifuoggi: "E' nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano"

Fini: "Ma io gliel'ho detto... confonde la leadership con la monarchia assoluta.... poi in privato gli ho detto... ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi statte quieto"

Cinema: Un alibi perfetto

Il film è assolutamento consigliato a tutti gli amanti del thriller e del poliziesco.
Ecco il trailer:



Categoria: Thriller, Poliziesco

Titolo originale: Beyond a Reasonable Doubt
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 105′
Regia: Peter Hyams
Cast: Michael Douglas, Jesse Metcalfe, Amber Tamblyn, Orlando Jones, Joel Moore, Michael C. “Mike” Allen, David Born, Krystal Mayo, Edrick Browne, Megan Brown
Produzione: Foresight Unlimited, RKO Pictures, Signature Pictures
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 13 Novembre 2009 (cinema)
Trama: Un giovane giornalista é convinto che il procuratore distrettuale sia corrotto e che manipoli i processi a suo piacimento. Per dimostrare la sua tesi si fa coinvolgere volontariamente in un processo per omicidio. Il gioco, però, diventa pericoloso ed i risvolti del tutto imprevisti

"Fammi un benchmarking"

Oggi sul corriere.it è apparso un bell' articolo di Federico Cella.
Lo riportiamo nella sua versione originale.
Una volta la colpa di tutto questo era della televisione, così si diceva. Ora l'accelerazione dell'inglesizzazione del nostro italiano è senz'altro dovuta a Internet e, in generale, al fatto che le tecnologie - parte sempre più integrante della nostra vita - parlano con termini esclusivamente anglofoni. Nelle aziende si sentono frasi del tipo "Fai un benchmarking con i nostri competitor e organizza una conference call con le human resources". Da far rizzare i capelli. Nella vita quotidiana rischiamo poi di sentirci dire: "Sono un po' down, sorry, ce la chattiamo più tardi". Terribile. Non c'è più la tv analogica? Colpa dello "switch off" di questi mesi. E via dicendo. Secondo un'indagine svolta dalla Agostini Associati, una società di traduzioni, negli ultimi 8 anni l'uso dei termini inglesi nel linguaggio commerciale è aumentato del 773% e spesso le parole vengono addirittura usate con un significato diverso da quello di origine, tanto da creare un fenomeno quasi contrario, cioè una sorta di italianizzazione dell'inglese. Quindi, dopo aver parlato negli ultimi anni di "spanglish", ora è arrivato nel nostro piccolo anche il momento dell'"itanglese". Capace di invadere, come ci dice lo studio, il linguaggio delle aziende (che utilizzano nella loro documentazione fino al 35% di parole straniere), ma senz'altro arrivato a corrompere anche il nostro modo di comunicare quotidiano.