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venerdì 18 dicembre 2009

Stasi assolto

Alberto Stasi assolto, riconosciuto non colpevole per prove insufficienti.

Alberto Stasi è stato assolto. Dopo oltre 5 ore di Camera di consiglio il gup di Vigevano Stefano Vitelli ha dunque ritenuto che il ragazzo non è colpevole della morte di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. La sentenza di assoluzione è stata emessa, al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, in base all'articolo 530, secondo comma, del codice di procedura penale: stabilisce che deve essere pronunciata sentenza di assoluzione «quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova». Il gup depositerà le motivazioni della sentenza entro 90 giorni. I pm Muscio e Michelucci avevano chiesto la condanna a trent'anni di reclusione.

Mi sento vicino alla famiglia della povera Chiara e vicino alle parole della madre: "Giustizia non è fatta. Accetto la sentenza, ma è chiaro che continueremo a cercare la verità". Insieme al pm, ha annunciato che ricorrerà in appello.

Ripercorriamo quelle che sono le incertezze su questo caso che ha sconvolto l'estate di due anni fa.

La consulenza sul computer. Per l'imputato, l'unico in questi due anni di indagini, l'accusa aveva chiesto 30 anni di carcere, ma la superperizia informatica sul computer di Alberto è stata decisiva. Una consulenza superpartes chiesta dal gup di Vigevano Stefano Vitelli e depositata il 13 agosto 2009, "esattamente due anni dopo il delitto, come se esistesse un destino", come ha osservato Angelo Giarda, uno dei legali di Stasi.

"Lavorava al pc". E' stata quella perizia a restituire a Stasi l'alibi cancellato dagli accessi al suo computer portatile fatti dai carabinieri dopo il sequestro. Gli esperti hanno stabilito che nelle ore in cui veniva assassinata Chiara, dalle 9.35 alle 12.20, Stasi ha lavorato alla sua tesi di laurea, salvando continuamente il file. Segno che non è stato lui ad aggredire la sua fidanzata con un'arma che non è mai stata trovata.

Crolla la prova delle scarpe. Anche la prova delle scarpe è crollata. Le suole delle calzature indossate quel giorno da Alberto erano pulite. "Impossibile", sosteneva l'accusa. "Se Alberto è entrato in casa, come ha detto, non può non essersi sporcato. E' lui che si è lavato per cancellare la prova". Ma la nuova perizia ordinata dal gup ha dimostrato che le suole si sono pulite semplicemente camminando sull'erba bagnata del giardino di Chiara.

Le versioni dell'accusa. E' stata smontata anche la prova della macchia lasciata sul pedale della bicicletta di Alberto. Sembrava sangue di Chiara ma i periti hanno detto che non è certo. Come l'impronta di Stasi mischiata a tracce del Dna di Chiara sul portasapone nel bagno della ragazza. "Non è una prova scientifica: Alberto era di casa nella famiglia Poggi".

La vittima conosceva l'aguzzino. A favore dell'accusa restavano la debolezza delle ipotesi alternative: il tentativo di furto o la rapina, perché nulla è stato portato via; la porta mai forzata, a dimostrazione che la vittima conosceva l'assassino, e la presenza nella villetta di Garlasco di tracce solo dei due fidanzati.

La telefonata la 118. E le incongruenze del giovane nel racconto sulla telefonata al 118 non sono sufficienti. Anche se la telefonata è partita quando il ragazzo era davanti alla caserma dei carabinieri e non vicino alla villa della ragazza, come ha raccontato lui. Anche se Stasi chiama la fidanzata "una persona che è stata uccisa" e ne parla con un apparente distacco che poco si coniuga con il terrore con cui ricorda di essere fuggito dopo averla vista con la testa insanguinata. Restano solo indizi, insufficienti per chiudere in carcere chiunque. La sentenza del gup assolve quindi Alberto e riapre la caccia all'assassino di Chiara Poggi.

Per correttezza, non sto colpevolizzando Alberto Stasi, da oggi ufficialmente "innocente", ma punto il dito sugli errori delle indagini come ad esempio sequestrare le sue scarpe circa 30 ore dopo l'accaduto.

Ecco il parere di un esperto:



Il dubbio resta, e soprattutto:
Voi innocenti nella sua situazione, davanti al vostro fidanzato, fidanzata, marito o moglie che sia, per terra avvolto e ricoperto da sangue vi sareste disperati e avreste cercato aiuto, avreste chiamato un ambulanza cercando di capire se c'era la speranza di evitare il peggio oppure sareste scappati dai Carabinieri, chiamando il 112, e dicendo: "Sto andando dai carabinieri, racconto quello che è successo".

I dubbi restano, la vita no.
Una volta tolta non viene ridata indietro.

Ciao Chiara.


La telefonata di Alberto Stasi subito dopo l'accaduto, la potete ascoltare cliccando sul link: Ascolta la telefonata.

1 commento:

  1. Questa sentenza non soddisfa nessuno...sicuramente non la famiglia di Chiara...che non ha ancora avuto giustizia....sicuramente non gli inquirenti...che oltre ad aver perso la causa possono ritenersi i responsabili di indagini che dopo due anni hanno portato ad una assoluzione per mancanza di prove...e non credo che possa ritenersi soddisfatto il sig. Stasi...la cui innocenza rimane dubbia....perchè in fondo la sentenza diche che l'imputato deve ritenersi estraneo al fatto...perchè le prove non sono riuscite a dimostrare il contrario....quindi il dubbio resta...innocente accusato ingiustamente o colpevole molto scaltro?????
    Insomma....nessuno soddisfatto dopo due anni e un altro delitto irrisolto....

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