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martedì 1 dicembre 2009

"Fammi un benchmarking"

Oggi sul corriere.it è apparso un bell' articolo di Federico Cella.
Lo riportiamo nella sua versione originale.
Una volta la colpa di tutto questo era della televisione, così si diceva. Ora l'accelerazione dell'inglesizzazione del nostro italiano è senz'altro dovuta a Internet e, in generale, al fatto che le tecnologie - parte sempre più integrante della nostra vita - parlano con termini esclusivamente anglofoni. Nelle aziende si sentono frasi del tipo "Fai un benchmarking con i nostri competitor e organizza una conference call con le human resources". Da far rizzare i capelli. Nella vita quotidiana rischiamo poi di sentirci dire: "Sono un po' down, sorry, ce la chattiamo più tardi". Terribile. Non c'è più la tv analogica? Colpa dello "switch off" di questi mesi. E via dicendo. Secondo un'indagine svolta dalla Agostini Associati, una società di traduzioni, negli ultimi 8 anni l'uso dei termini inglesi nel linguaggio commerciale è aumentato del 773% e spesso le parole vengono addirittura usate con un significato diverso da quello di origine, tanto da creare un fenomeno quasi contrario, cioè una sorta di italianizzazione dell'inglese. Quindi, dopo aver parlato negli ultimi anni di "spanglish", ora è arrivato nel nostro piccolo anche il momento dell'"itanglese". Capace di invadere, come ci dice lo studio, il linguaggio delle aziende (che utilizzano nella loro documentazione fino al 35% di parole straniere), ma senz'altro arrivato a corrompere anche il nostro modo di comunicare quotidiano.

2 commenti:

  1. Se l'inglese fosse adeguatamente insegnato fin dalle scuole elementari ci sarebbe meno stravolgimeto delle parole anglofone utilizzate in contesti assurdi nella nostra lingua.
    Ritengo l'inlgese uno strumento fondamentale per lo sviluppo umano e professionale di una persona e in Italia si è molto "indietro" in questo senso.
    Ci vorrebbero piu ore nelle scuole elementari, programmazione televisiva in lingua originale con sottotitoli in inglese o in italiano (cosa estremamente semplice grazie alla diffusione del digitale terrestre), insegnanti madrelingua in scuole medie e superiori e incentivi statali per viaggi di studio in english-speaking country.
    Siamo uno dei paesi in cui si parla peggio l'inglese e forse, secondo me, con le proposte sopracitate si potrebbero fare dei passi in avanti evitando di usare parole a caso o accenti improbabili.

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  2. Direi che gli spagnoli stanno messi peggio di noi in quanto a inglese...comunque qualcuno dica queste cose ai leghisti, che anzichè pensare all'inglese e ad un modo per insegnarlo meglio nelle scuole pensano ad un esame in dialetto "nordico" per gli insegnanti meridionali che vorrebbero insegnare al nord...

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