Ricerchiamo collaboratori

Ricerchiamo collaboratori: marco.capodieci87@gmail.com

giovedì 5 novembre 2009

Dossier: Calcio, società e debiti. Inter, tutto regolare?

Botta e risposta tra il presidente della Uefa e l'Inter.
Il presidente dell'Uefa auspica regole di contenimento dei costi a favore dei grandi club, il sito nerazzurro puntualizza: "Non siamo un club che può preoccuparlo".
Sulla gazzetta.it troviamo il seguente articolo:

Tre anni per rimettere in ordine i conti dei club, eliminando i debiti: prosegue la campagna di Michel Platini contro gli eccessi economici del calcio europeo, e l'esterofilia della Premier League.
debiti — Nel corso di un'intervista al Daily Telegraph il presidente della Uefa ha assicurato di voler aiutare le società ad avere bilanci migliori, impedendo che i costi superino i ricavi. "Introducendo nuove regole proteggeremo gli investimenti di Roman Abramovich, Massimo Moratti e Malcolm Glazer - le parole di Platini -. Sono sicuro che vorrebbero vendere ma chi mai sarebbe così stupido da acquistare club così indebitati? Il criterio che seguiremo è che chi vorrà partecipare alle nostre competizioni non potrà spendere più di quanto incassa. Tutti i proprietari mi hanno chiesto una migliore filosofia, più trasparenza. In Germania i debiti non sono consentiti, in Inghilterra sì". Il numero uno della Uefa è convinto che la nuova regolamentazione avvicinerà nuovi potenziali investitori: "Se regoli il sistema, più persone saranno interessate ad acquistare. Non sono un economista, ma uso la logica".
"Inter.it: nei suoi ragionamenti Platini dimentica che non abbiamo debiti con le banche"
milano risponde — "L'Inter non è una Società indebitata". In merito alle dichiarazioni riportate dalle agenzie di stampa e riguardanti le affermazioni rilasciate da Michel Platini al Daily Telegraph, F.C. Internazionale risponde con chiarezza al presidente Uefa. "Comprendiamo le sue preoccupazioni istituzionali per l'economia del calcio europeo, ma citando l'Inter nei suoi ragionamenti dimentica che il nostro club non ha debiti con le banche. L'Inter non rientra nell'ambito di quei club che, da questo punto di vista, possono preoccupare il presidente Uefa".

Ma andiamo a vedere in realtà come l'Inter ha ripianato i debiti negli ultimi anni...
Riportiamo un articolo del 2008 di MilanoFinanza, che di economia se ne inende, vero?

Saras: gonfiata per la Borsa e per l'Inter 23/09/2008
MILANO (MF-DJ)--
Il titolo Saras valeva tra 4 e 5 euro per azione, mentre le banche e la famiglia Moratti lo hanno piazzato sul mercato a 6 euro e "per farlo, secondo la ricostruzione del consulente tecnico della pocura di Milano, Marco Honegger, non avrebbero pubblicato alcuni dati rilevanti nel prospetto informativo".

E' quanto si legge in un'inchiesta de La Repubblica, secondo cui Honegger ha ricostruito in un documento di oltre 400 pagine i motivi del tonfo in Borsa delle azioni Saras subito dopo lo sbarco a Piazza Affari ed ha ipotizzato che l'incasso della quotazione sia servito soprattutto a Massimo Moratti per far fronte ai debiti dell'Inter con contestuale danno per il mercato di 770 mln euro. Dall'analisi di Honegger emerge che i risparmiatori non erano stati informati che l'utile 2005, pari a 292,6 mln euro, era "gonfiato" da utili derivanti dalle scorte di magazzino.

Dai documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza presso Jp Morgan, advisor per l'Ipo, emerge inoltre chiaramente che nei report su Saras redatti prima della quotazione, gli analisti, prendono in considerazione gli utili depurati ("comparable") per calcolare il valore delle societa' di raffinazione.
Gli unici a non farlo sono quelli di Jp Morgan. Non vi e' insomma nessuna giustificazione di un prezzo di 6 euro nemmeno negli studi delle tre banche che hanno partecipato alla quotazione: "Sulla base delle valutazioni rettificate delle banche d'affari partecipanti all'operazione, il range avrebbe dovuto collocarsi tra i 4 e i 5 mld euro (ossia tra i 4,4 e i 5,6 euro per azione); dunque inferiore di 700 mln a quello definito in Prospetto Informativo", sostiene la consulenza. Non e' un caso, quindi, che le quotazioni di Saras, dal giorno dello sbarco in Borsa a oggi, si siano allineate ai valori stimati dagli analisti.

Perche' allora spingere il prezzo di quotazione? Le email sequestrate dagli inquirenti offrono qualche indicazione. "E' vitale che davanti al prezzo ci sia un 6", scriveva il numero uno di Jp Morgan, Federico Imbert, a un suo collega, mentre il bookbuilding attraversava una fase critica. Jp Morgan, oltre alle commissioni per il collocamento, otterra', cosa taciuta nel prospetto, anche il mandato dalla famiglia Moratti per gestire attraverso la sua filiale di private banking, i lauti proventi della quotazione. Un altro banchiere di Jp Morgan, Emilio R.Saracho svela in una email un ulteriore dettaglio: "Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 mld euro, cioe' da entrambi fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 mld di debiti, e cosi' quella parte non la vedremo per lungo tempo".

Sempre Imbert, il 14 marzo 2006, alza il sipario sui presunti interessi di Banca Intesa, mentre in un documento, trovato presso la Jp Morgan, si spiega la scelta di affiancare un aumento di capitale, non necessario, alla vendita di titoli da parte della famiglia. Se cosi' non fosse, "verrebbe evidenziata una scarsa propensione ad investire e si darebbe l'idea che la proprieta' vuole solo fare cassa, prestando il fianco a critiche su altre iniziative (metti i soldi nell'Inter)".

1 commento:

  1. Questa è la dimostrazione che gli imprenditori sono tutti uguali!!!!!A certi livelli hanno tutti le loro piccole o grandi porcate alle spalle!!!!

    RispondiElimina