Parla 15enne dopo sospensione processo
Ancora uno stupro.
Ancora tolleranza e pazienza per i carnefici.
Ancora una volta la giustizia non fa giustizia.
Dov'è la certezza della pena richiesta da più parti?
Due anni fa, quindicenne, venne stuprata a turno da otto coetanei nella pineta di Montalto di Castro, nell'Alto Lazio. Oggi, due anni dopo, non solo nessuno ha pagato per quella violenza; addirittura il processo è stato sospeso fino al 2012 e gli otto sono stati "messi in prova". Per la giovane vittima una decisione incomprensibile: "Non sono pentiti, vogliono continuare a rovinarmi la vita? Dovrò continuare a incontrarli per strada?".
E la ragazza, attraverso la voce di Daniela Bizzarri, consigliere alle Pari Opportunità della Provincia di Viterbo che racconta la vicenda al Corriere della Sera, sfoga la sua rabbia. "Io non avevo capito l'altro giorno - ha spiegato la giovane -: credevo che la messa in prova fosse finita, non che dovesse ancora cominciare. Invece questo inferno va avanti, e durerà ancora a lungo. Sono stravolta, distrutta. A che cosa serve metterli alla prova ora, dopo tanto tempo? Ogni volta che c'è il processo sto peggio: non dormo, non mangio, quando mi addormento ho gli incubi. Non voglio più andare nemmeno dallo psicologo: a che cosa serve ripetere sempre le stesse cose?".
"Cose" che sono chiarissime: quegli otto ragazzi che l'hanno violentata a turno per tre ore "non sono pentiti. Non mi sono arrivate né lettere né parole di scuse. Niente. Hanno anche cercato di spingere un ragazzo a dire che ero consenziente". Nemmeno andarsene da Montalto ha aiutato la ragazza a dimenticare: è stata a studiare prima a Roma e poi in Sicilia, "ma non ha funzionato: mi sentivo sola senza la mia famiglia e sono tornata". Ma non è più riuscita a riprendere a studiare: si è cercata un lavoro.
Per l'avvocato Piermaria Sciullo, legale della giovane, la ragazza è stata abbandonata. "La Legge prevede che gli stupratori, in quanto minorenni, vadano reinseriti. Ma nessuno ha pensato alla vittima, che è stata abbandonata. Nessuno le ha chiesto di che cosa avesse bisogno, nessuno le ha offerto un lavoro". Per Alessandra Mussolini "una vergogna che si sta consumando nel silenzio".
E' vero che per i minori si tenta prima di tutto il recupero, ma non è anche giusto che i minori capiscano che chi sbaglia deve pagare le conseguenze dei propri gesti?
Non è, questa, la primaria funzione della pena inflitta a chi viola le leggi?
Va bene dare un'altra possibilità a chi sbaglia.
Ma quale possibilità viene data alle vittime?
Kate83
La solita solfa...bella categoria i magistrati italiani...prontissimi a fare "giustizia politica" meno a fare giustizia quando più serve all'Italia e meno ai loro scopi...
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